Questo è un ristorante che non può mancare dalle tappe gastronomiche di Sappada.

Una tipica baita in mezzo ai grandi prati lungo la riva del Piave. Sia l’esterno che l’interno trasmettono calore e classe. L’accoglienza professionale ma allo stesso tempo informale, un menù originale dove trovare piatti tipici ma non noiosi e scontati. Qui ho scoperto il Radic di mont, una vera chicca dello slow food italiano. Ce l’hanno servito come letto per la tartare di manzo.
Un radicchio selvatico che cresce ad alta quota e si raccoglie, una sola volta l’anno, al disgelo quando la neve si ritira dagli alpeggi. Una raccolta regolamentata che dura una quindicina di giorni con un massimo di chilo al giorno. Va fatta da persone esperte per evitare di rovinare le radici.


Le nostre scelte sono state:
Antipasto
- il carpaccio di cervo un’esplosione di gusti diversi ma armoniosi tra loro: cervo, topinambur, crescione di montagna, pino mugo, gialletti, porcini, fiori eduli.
- Il crudo Mondschein con tartare di manzo, e cervo.


Primo
- Tortelli di polenta e malga con gialletti e timo di montagna
- Truccioli di Cirmolo su estratto di camoscio e lamponi


Secondo
- Filetto di cervo su salsa di pino mugo
- Frico

Dolce
- Sorbetto al gelato al perschtroum che sarebbe il dragoncello di montagna con biscotto alle mandorle, liquirizia e cumino con emulsione al gin….uno spettacolo unico.
Il sommelier competente e disponibile ci ha fatto degustare tre calici di vino diversi per accompagnare il menù.
Un ristorante che consiglio vivamente sia per la qualità del cibo che per la creatività dei piatti, oltre alla location davvero splendida.