Quando sei abituata a visitar cantine anche se ognuna ha la sua originalità, la sua identità, un po’ immagini cosa troverai. Invece il 17 agosto sono rimasta senza parole.
Il Castello di Ama si è rivelata una delle più belle visite mai fatte in vita mia fino ad oggi, il connubio tra arte e vino è unico, magico, intenso. Una visita al museo sapientemente fusa a quella enologica.

Casolare del Castello di Ama
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Avevamo prenotato la visita settimane prima ed alle 11 ci siamo presentati all’appuntamento.
Il Castello di Ama produce vini da 40 anni, vincendo anche premi importanti, con 11 etichette in tutto.
La nostra guida, esperta d’arte, ci ha accompagnati in questa meravigliosa esperienza che ha coinvolto anima, mente e corpo.

B&B Castello di Ama
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Il castello di Ama inizia a prendere forma nel 1972 quando alcuni soci romani acquistarono due ville all’interno del borgo. Nel 1982 arrivò il giovane enologo Marco Pallanti con il sogno di ridare al Chianti la giusta collocazione nel mondo del vino. Sogno che è riuscito a coronare riportando nell’olimpo dell’enologia questo vino per anni strattonato. E’ andato a studiare in Francia ed ha studiato a lungo i suoi terroir in Toscana per piantare il vitigno più adatto ad ogni suolo. Con l’Apparita hanno raggiunto un livello di eccellenza, il cru di Merlot premiato più volte, ha primeggiato anche contro il gigante Petrus. Ad oggi hanno 80 ettari vitati e 40 coltivati ad ulivo. 300.000 bottiglie di vino e 10.000 di olio.

ingresso al castello di Ama
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I loro cru, che vengono fatti uscire solo nelle annate migliori, sono La Casuccia, Bellavista e Apparita. Ogni vino ha la sua parcella specifica.

La vendemmia è manuale con prima selezione, la seconda selezione viene fatta in cantina al momento della pigiatura. Fermentazione alcolica con lieviti indigeni in acciaio e macerazione in tutto di 25 giorni. La fermentazione malolattica è fatta in barrique. Le barrique vengono usate massimo per 5 anni, sono 50% nuove e 50% usate.

Sala degustazione enologo
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Dal 2000 ogni anno viene coinvolto un artista, sempre diverso, che può provenire da qualsiasi nazione. Lo invitano a passare del tempo nella tenuta per creare un’opera da posizionare dove l’artista ritenga più opportuno, dove sente che l’opera possa dare il meglio di sé. Opere che diventano parte della tenuta. Attualmente sono 16, una più emozionante dell’altra.

Red Nerve
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Personalmente trovo difficile trovare quella che più mi è piaciuta, perché ognuna a modo suo mi ha emozionata.

Opera La lumiere interieur
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L’interno del corpo umano rappresentato da vasi vuoti di vetro dell’artista cinese Chen Zhen del 2005 mi ha colpita per il messaggio, il nostro corpo non è altro che ciò con cui decidiamo di riempirlo.

Opera i muri di Carlos Garaicoa
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Molto carino il messaggio dei muri di Carlos Garaicoa del 2006 in cui rappresentando diversi muri della vergogna vuole dimostrare che non tutti sono negativi, i terrazzamenti degli alberi da frutta e delle vigne ad esempio no.

Opera Le chemin du Bonheur
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Carino anche il messaggio che l’artista, africano, Pascale Marthine Tayou ha lasciato colorando alcune pietre del selciato di ingresso al borgo: nella vita ci sono giorni felici(quelli colorati) ed altri meno felici( le pietre lasciate così)

Opera The observer
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Divertenti le installazioni di Ilya & Emilia Kabakov “the Observer” del 2010, e quella di Daniel Buren del 2001 “Sulle vigne punti di vista”. La prima è una capanna con un binocolo dal dove si guarda dentro una casa in una vigna di fronte a noi. All’interno ci sono una coppia a tavola ed alle loro spalle un angelo, il senso è quello che in ogni momento possiamo essere osservati senza saperlo mentre a nostra volta osserviamo qualcosa e/o qualcuno.

Opera sulle vigne punti di vista
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La seconda è un meraviglioso muro di specchi con al suo interno delle finestre che si affacciano sulle vigne il gioco di riflessi combinato con la vista delle finestre è davvero di grande impatto, un’opera che ad ogni ora del giorno cambia seguendo il cammino del sole.

Opera Revolution love
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Con Revolution del 2003 di Kendell Geers letta al contrario si può leggere la doppia chiave che l’artista ha voluto trasmetterci Lover e revolution amare è rivoluzione, rivoluzione è amore.

Opera confession of zero
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Forse quella che lascia più meravigliati è confession of zero di Hiroshi Sugimoto, all’interno di una delle cappelle private. Un’opera con la quale l’artista ha voluto dare forma allo zero.

vista da cellulare opera confession of zero
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“Si può quindi dire che Zero non è lo stato di sterile assenza, ma la condizione di vuoto che contiene i semi del tutto. Tutto ciò che esiste ha origine da lì e torna lì. Lo Zero non esiste nel mondo fisico …..come artista ho voluto dare forma allo Zero” H.Sugimoto.

Vista esterna riprodotta all'interno di confession of zero
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Durante la visita Invitano a fotografare l’opera per poi guardare sul cellulare il risultato che lascia tutti senza parole, perché da una parete con ombre vista ad occhio nudo si trasforma sul cellulare nel panorama che si trova al di fuori della chiesetta perché la finestra funge da camera oscura.

Finestra che funge da camera oscura
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Terminata la visita del museo a cielo aperto ci siamo diretti nell’enoteca per fare la degustazione sempre guidati dalla nostra espertissima guida.

vini degustati
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VINI DEGUSTATI

  • Purple rose 2019 stesso uvaggio Chianti Classico 96% Sangiovese, 4% Merlot. 12 ore a contatto con le bucce fermentazione alcolica in barrique. Naso intenso di fragola perfetta corrispondenza gusto olfattiva, fresco e sapido.
  • Chianti classico Ama 2018 96% Sangiovese e 4% Merlot che serve per migliorare la carica cromatica ed il tannino. Un vino che va bevuto entro 5/7 anni. 10 mesi in barrique di rovere francese e 10 mesi in bottiglia. Vigneti di 10 anni. Fresco, sapido marcatamente ciliegia.
  • Chianti San Lorenzo 2013 Gran Selezione minimo 30 mesi di invecchiamento, solo uve proprie, tra le migliori, e solo vinificazione in azienda. 80% Sangiovese 10% Malvasia, 10% Merlot. Un vino che può invecchiare benissimo 15/20 anni

Hanno deciso di non produrre più riserva ma solo gran selezione.

I vigneti sono tutti intorno al castello e ne troviamo anche di 25 anni, i primi risalgono al 1978.

Chianti Castello di Ama 2007 Riserva (nel 2007 non c’era ancora la gran selezione) 80%Sangiovese 20% Merlot, Malvasia, Cabernet. 12 mesi in barrique, 12 mesi in bottiglia. 12/15 anni la possibilità di invecchiamento.

Costo 50€ a testa

Avendo trovato, durante la visita, una bella compagnia: due toscani, una piemontese, un lombardo e tre veneti,  abbiamo deciso di pranzare tutti insieme al ristorante della tenuta, sale molto belle buon cibo. C’è anche una bella terrazzina con tavolini da due.

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