In una domenica di giallo, ma con i trasferimenti tra regioni ancora bloccati, abbiamo dedicato la giornata alla zona vitivinicola della Franciacorta.

Il nome Franciacorta risale al medioevo quando si identificava, con il nome francae cortes (Curtefranca), una zona esente dal pagamento dei dazi in cambio di bonifiche e lavori agricoli effettuati dai monaci benedettini.

Nel 1570 il medico bresciano Girolamo Conforti parla già dei vini di questa zona definendoli mordaci, ossia frizzantini, briosi.

Il territorio si estende su 19 comuni ed è una delle zone italiane dedite alle bollicine metodo classico, ossia con seconda fermentazione in bottiglia.

I terreni sono di origine morenica, nati dallo scontro di due ghiacciai, con suoli molto diversi tra loro.

Le condizioni pedoclimatiche sono influenzate dai venti provenienti dalla val Camonica e dal lago di Iseo, che evitano la formazione di nebbie invernali, proteggendo l’uva dagli attacchi delle muffe.

Le escursioni termiche conferiscono i profumi e l’acidità necessaria per farli diventare grandi spumanti.

I vitigni che concorrono alla DOCG sono principalmente tre

  • Chardonnay
  • Pinot Nero
  • Pinot Bianco

Gli ettari vitati sono circa 2900 con 17,6 milioni di bottiglie prodotte nel 2019.

In questi ultimi dieci anni si sta studiando una varietà autoctona locale l’Erbamat che ha due caratteristiche molto importanti:

  • matura più tardi, con i cambi climatici risulta una caratteristica fondamentale. Dal 2003 la vendemmia si fa da agosto, precedentemente si faceva a settembre
  • importante acidità

Vitigno che da disciplinare può concorrere alla produzione del Franciacorta, ad eccezione del Satèn, nella misura massima del 10%.

La spinta alla nascita di questa zona vitivinicola è partita dall’enologo Ziliani quando, al ritorno da un viaggio nella Champagne, consiglia a Berlucchi di avviare questa vinificazione con la prima produzione di 3000 bottiglie di pinot Franciacorta nel 1961.

La DOCG Franciacorta è formata da 120 produttori ed è il primo consorzio, in Italia, come membri produttori, ne fa parte il 98%.

  • nel 1990 nasce il consorzio 
  • nel 1991 nasce il marchio Franciacorta in Italia 
  • nel 1995 è il primo brut italiano a ricevere la DOCG, ed il logo consortile diventa l’unica identificazione del Franciacorta (non si può chiamare spumante Franciacorta, ma solo Franciacorta)
  • nel 2000 nasce la strada del vino per promuovere il turismo nella zona

Le tipologie di Franciacorta sono:

  • Franciacorta almeno 18 mesi sui lieviti
  • Franciacorta rosè almeno 24 mesi sui lieviti
  • Satèn almeno 24 mesi sui lieviti. Il satèn è un Franciacorta prodotto solo con bacca bianca, più morbido con bollicine meno aggressive, e una pressione di 4,5 atmosfere, a differenza degli altri Franciacorta che ne hanno 6
  • Franciacorta millesimato, rosé millesimato, Satèn millesimato almeno 30 mesi sui lieviti
  • Franciacorta riserva, rosé riserva, Satèn riserva almeno 60 mesi sui lieviti
ingresso Ronco Calino
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Abbiamo visitato la cantina RONCO CALINO della famiglia Radici, imprenditori bergamaschi da generazioni. 

Questa cantina è nata come necessità di Paolo Radici di vivere nel verde, circondarsi di natura, produrre il proprio vino e, da amante delle bollicine, questa era la zona più adatta a realizzare il suo desiderio.

Dopo varie ricerche nel 1995 compra la casa in cima alla collina, di proprietà del pianista Arturo Benedetti Michelangeli, questo luogo è letteralmente immerso tra le vigne.

Attraverso amici comuni entra in contatto con Franz Haas al quale chiede consiglio per assumere un agronomo. Haas gli suggerisce Leonardo Valenti, lo stesso che ha rilanciato il Sagrantino di Montefalco con i Caprari. 

Un agronomo ancora prima di un enologo, perché Radici desiderava un vino che rispecchiasse se stesso, con  caratteristiche proprie, quindi conoscere il terreno era  il primo passo per fare un vino con una propria identità.

La parte bassa dove c’è la cantina ha un sottosuolo sottile/ghiaioso, mentre la parte alta dove si trova la casa un terreno ricco di ciottolati grossi.

Vitigni parte alta
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vista vigne Ronco Calino
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La prima vendemmia avviene nel 1996.

In totale hanno 10 ettari vitati tutti intorno alla cantina, gli impianti risalgono per un 50% al 1991/1993, ed il restate sostituiti negli anni. Esposizione Nord / Nord-Ovest. Sono presenti 22 particelle diverse, divise per vitigno e clone. Nel 2015 hanno acquistato 3 ettari nella zona Sancarlo, per ridurre il rischio d’impresa. Avendo tutti i vigneti nello stesso posto in caso di grandinata il rischio è elevato.

Hanno sostituito il vigneto di pinot bianco con il pinot nero che concorre con un 25% nella composizione dei loro spumanti.

Nel 2000 hanno iniziato i lavori per la cantina sotterranea e nel 2003 concluso la parte sopra della degustazione.

Nel 2013 inizia la trasformazione in bio e nel 2016 ricevono la certificazione.

Attualmente producono 70.000 bottiglie con 4 etichette.

La vendemmia è rigorosamente manuale, dura tre settimane perché ogni parcella ha la sua raccolta separata. Uva in cassetta, messa in un container refrigerato a 10° per una notte ed un giorno, dopodiché tutto il grappolo viene messo in una pressa soffice un 20% da prima spremitura ed un altro 20% da seconda spremitura.

Viene trasferito nei tini di acciaio dove lo lasciano un giorno per far decantare le impurità per poi far partire la fermentazione.

tini grandi e piccoli
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I tini sono piccoli perché ogni parcella ha il suo, quelli grandi sono solo usati per l’ assemblaggio.

Lo chardonnay, per scelta aziendale, fa un 20% di passaggio in barrique. La temperatura viene tenuta intorno agli 8 gradi per evitare che parta la fermentazione malolattica. Essendo vini che devono avere una certa spinta la malolattica conferirebbe troppa morbidezza.

barricaia
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Le Barrique sono tutte diverse tra loro per tostatura ed età, le più vecchie sono del 2007 e ne cambiano 5/6 l’anno.

I vini degustati sono stati:

  1. Brut Bio (del 2016 anche se non è dichiarato) 80% Chardonnay 20% Pinot Nero 5 gr/lt zuccheri aggiunti, 36 mesi sui lieviti, 15% affinamento barrique
  2. Brut millesimato 2012 60% Chardonnay, 47% Pinoy Nero, 1 gr/lt zuccheri, 67 mesi sui lieviti.
  3. Brut rosè base 2015 anche se non dichiarato, 100% Pinot Nero 3 gr/lt zucchero, 44 mesi sui lieviti

 

vini degustati
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vini degustati
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Abbiamo scelto per voi

  1. Brut millesimato 2012

Costo visita 25€ a testa con parmigiano e grissini in accompagnamento. L’accoglienza in cantina della famiglia Radici e dei suoi collaboratori è davvero splendida, sanno metterti a tuo agio, sono estremamente disponibili rispondendo a qualsiasi domanda/curiosità. La location è molto bella.

Dopo la visita in cantina ci siamo diretti al lago d’Iseo per fare un giro lungo lago, pianificando bene la giornata si può decidere di darsi al trekking. 

Lungolago Iseo
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Scorci Iseo
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lungo Lago ad Iseo
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Nei dintorni ci sono diversi luoghi da visitare in giornata dopo la tappa in cantina.

Noi proponiamo due luoghi entrambi molto suggestivi nei dintorni di Iseo:

  1. le panchine giganti del progetto Big Bench
  2. una passeggiata alle torbiere del Sebino

 

  1. Le panchine giganti big bench nei dintorni di Iseo:
    • La verde numero 73 a Pilzone che si raggiunge dalla piazza Basilio di Pilzone. Si seguono, a destra della piazza, le indicazioni dell’antica strada valeriana con direzione Monticelli Brusati. La salita è ripida, scavata nella roccia, ampia e lastricata adatta a buoni camminatori con scarpe da trekking. La macchina la si può lasciare nel parcheggio gratuito del cimitero.
    • La arancione numero 74 a Sale Marasino, non c’è un parcheggio dedicato o si parte da Marasino con una camminata di un’oretta, oppure cercate di salire un po’ di più con la macchina (la strada è stretta) e cercate di parcheggiare lungo la strada. Il primo pezzo è asfaltato, poi il percorso si svolge nel bosco. In alcuni tratti la salita è ripida. 

Entrambe hanno una splendida vista sul lago. Esistono in tutto 13 panchine del progetto Big Bench leggi l’approfondimento dedicato a questo progetto.

  1. Torbiere del Sebino un parco naturalistico con due percorsi:
    • Sud / centrale di 4 km che si raggiunge dal parcheggio del monastero San Pietro in Lamosa a Provaglio, con partenza e arrivo al monastero. Si costeggiano vasche per la pesca anche profonde 15 metri, nate dall’estrazione dell’argilla, e nel tragitto centrale il più suggestivo si attraversano camminamenti sull’acqua.
    • Nord 5 km che parte dal centro visitatori di fronte al campo sportivo di Iseo, si può parcheggiare lì. Si snoda tra boschi e vigneti molto interessante è la torretta per il birdwatching. Dal centro visitatori c’è anche un percorso adatto a chi ha problemi motori e/o disabili. 

L’ingresso al parco costa 1€, si può acquistare presso gli erogatori automatici agli ingressi del parco. I gruppi superiori alle 8 persone hanno l’obbligo di fare la visita con la guida e prenotarla. I disabili sono esenti.

Al rientro abbiamo approfittato a percorrere la strada del Franciacorta che attraversa i suoi vigneti.

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