Il Friuli Venezia Giulia è una delle regioni italiane con il maggior numero di vitigni autoctoni. Patria di grandi vini bianchi, dove i rossi non sfigurano.
Tra i bianchi autoctoni troviamo: Friulano (una volta chiamato Tocai), Malvasia istriana, Picolit, Ribolla gialla, Verduzzo Fiulano e Vitovska.
Tra i rossi: Pignolo, Refosco del peduncolo rosso, Tazzelenghe (come dice il nome taglialingua utilizzato nei blend, raramente si trova in purezza) Terrano, Schioppettino.
Anche con vitigni internazionali si ottengono ottimi vini dallo Chardonnay al Sauvingon Blanc, dal Pinot Nero ai tagli bordolesi. Famoso il terroir del collio il suo Flysch di Cormons o Ponca è un ottimo humus per la viticoltura, ma essendo estremamente sgretolabile si è dovuti ricorrere ai terrazzamenti che caratterizzano il paesaggio. Importanti sono le escursioni termiche della regione che permettono la riuscita dei suoi grandi vini bianchi.
Venerdì 21 agosto
Al mattino prenotato, prima della partenza per le vacanze, la visita da le Vie di Romans. Si è rivelata piacevole e molto interessante. Accolti da Lorenzo, da anni collaboratore dell’azienda, dopo averci raccontato brevemente la storia della famiglia Gallo ci ha portato per le vigne intorno all’azienda, in cantina per vedere da vicino la vinificazione, finendo in sala degustazione.
L’azienda nasce un secolo fa con il sig. Basilio, le prime cantine erano in paese a Mariano del Friuli, vicino al campanile, oggi utilizzate come deposito mezzi agricoli. Dal 1978 alla guida c’è la quarta generazione con il sig. Gianfranco, la moglie ed i loro tre figli, grazie alle sue audaci scelte viticole ha portato, in 40 anni, l’azienda ai vertici della qualità con vini di grande personalità. Nel 1990 ha iniziato a vinificare con uve distinte per cru di provenienza. Dal 1992 i suoi bianchi escono dopo due anni.
I vitigni coltivati sono:
- rossi: Merlot e Pinot Nero
- bianchi: Chardonnay, Sauvignon blanc, Pinot grigio, Friulano, Malvasia istriana, Riesling renano.
Vitigni storicamente legati all’impero austro ungarico, come per il resto della regione. Sono tutti nel comune di Mariano del Friuli a 4/5 km dall’azienda. Con 65 ettari producono 300.000 bottiglie delle quali 5000 di rosso. Il 67% delle vendite avviene in Italia.
L’allevamento è misto guyot e cordone speronato. Coltivazione manuale, cimatura meccanica. I vigneti sono bassi quindi la raccolta manuale, fatta verso fine agosto, avviene seduti su carrelli con i quali ci si sposta lungo la vigna. Si parte dal pinot grigio, Sauvignon, friulano, Chardonnay, e Malvasia.
I loro terreni sono in una zona di convergenza tra correnti fredde e secche che provengono da est (Bora) e quelle di origine marittima umide e calde. In particolare Mariano non è soggetta a grandinate, ma è sferzata dalla bora un vento freddo e asciutto. Proprio per evitare le gelate primaverili sono state montate delle torrette, simili a piccole pale eoliche, che in caso di necessità ruotando spingono l’aria calda verso il terreno. Una volta un metodo per limitare i danni delle gelate era quello di bagnare dall’alto le piante in modo che l’acqua creasse una coperta di ghiaccio mantenendo così la temperatura costante, al mattino il primo sole scioglieva il ghiaccio, consentendo alla pianta di scaldarsi.
Il terreno carsico è particolarmente drenante con un sedimento dolomitico ed una base ricchissima di minerali. Essendo drenante ha bisogno di irrigazione di soccorso, in caso di estati molto calde, prevista dai disciplinari.
Il loro vigneto più vecchio ha 35 anni. Non viene più effettuato il diserbo per evitare che i sassi nel terreno producano troppo calore in estate, l’erba aiuta inoltre a mantenere una buona umidità.
Per la vinificazione utilizzano lieviti selezionati, le vendemmie sono monovarietali, dopo la diraspatura avviene la pigiatura.
E’ stata avviata la produzione di etichette Chardonnay differenziate per Climat per esprimere nel vino la relazione tra le sue caratteristiche organolettiche e quelle del terreno dove cresce. Si tratta di microzone all’interno dei vigneti stessi che meglio esprimono il legame tra vino e terroir. IL vino viene immesso sul mercato dopo 4 anni, a differenza dell’altro Chardonnay.
Le zone sono:
- Curie, Giesse, Nuts vicini alla cantina
- Cortesar, Boghis e Goss al di là del paese
Per i bianchi è prevista la macerazione pellicolare a freddo, fermentazione tra i 14 e 22 giorni a 16/19 gradi, senza malolattica. Maturazione in legno sui lieviti da 9 a 10 mesi e poi 9 mesi in bottiglia a parte il Dut’un che ne fa 20.
Per i rossi macerazione di 22 giorni con follatura e delastage, fermentazione in inox a 18/30 gradi per 10 giorni, fermentazione malolattica completa. Maturazione in barrique per 18 mesi, 8 mesi in acciaio per ottenere l’illimpidimento naturale, e 15 mesi in bottiglia.
L’invecchiamento avviene in botti nuove e vecchie di 6/7 anni. Per lo Chardonnay ed il Pinot grigio si usano nuove. Mentre per il Sauvignon e Friulano mai nuove, la Malvasia solo acciaio.
Quando sono in legno è previsto il batonnage con rabbocco, all’inizio ogni settimana poi ogni 15 giorni per tre mesi totali.
Le casse del vino sono distese per permettere al vino di concludere la naturale evoluzione. Utilizzano solo sughero naturale delle foreste portoghesi.
L’azienda fino a metà anni ‘80 aveva il cognome della famiglia, Gallo, dietro richiesta della Gallo Winery hanno dovuto cambiarla in Le vie di Romans dal nome della via romana che passa dietro la cantina.
Nella sala degustazione Lorenzo ci ha fatto fare un viaggio attraverso i vini più rappresentativi, per descrivere l’anima di questo viticoltore.
VINI DEGUSTATI:
I due Sauvignon blanc 100%:
- Piere (in friulano Pietra) 2018 prevalenza cloni italiani sui francesi, il vigneto è dalla parte opposta del paese, buccia meno spessa, più verdolino, più intenso a naso, più erbaceo.
- Vieris 2018, prevalenza cloni francesi buccia più spessa, fruttato.
Pinot grigio 100%
- Dessimis (decima in friulano, la vecchia tassa che si pagava alla chiesa) utilizzano interamente botti nuove. Un pinot grigio degno di nota, intenso, fruttato, fresco
Friulano 100%
- Dolée 2018 (in friulano sulla via di Dolée che poi è quella asfaltata che arriva dal paese) il vino della tradizione, parente del Sauvignon Blanc, intenso floreale, fruttato (frutta gialla), sapido, fresco.
Malvasia 100%
- Dis Cumieris (dieci cumiere, collinette) 2018. Intenso, fruttato (agrumato), floreale, un vino da lasciare lì per gustarlo tra qualche anno.
Un blend strepitoso, quello con il quale ho scoperto il mondo dei vini friulani:
- Flors de Uils (fiori delle uve in friulano) 2018, 57% Malvasia, 8% tocai friulano, 35% riesling renano, una meraviglia, intenso, fruttato, minerale, fresco, sapido. Un insieme di profumi che difficilmente fanno scordare di averlo bevuto.
Merlot 100%
- Maurus 2016 un buon merlot a naso e bocca
Pinot nero 100%
- 2016 prima annata del loro pinot nero che non posso dire mi abbia entusiasmata
C’era la possibilità di acquistare in cantina, un pacchetto interessante è quella dei Millesimi la verticale del Sauvignon Blanc Vieris, oppure dello Chardonnay Vie di Romans, una cassa con due bottiglie per anno 2007/2008/2009
Molto gentili non hanno fatto pagare la visita e degustazione, visto il periodo post Covid.
Non abbiamo acquistato in cantina avendo davanti a noi ancora una settimana di vacanza in giro in auto, ed il vino si sa non deve prendere colpi di calore.
Abbiamo effettuato l’ordine rientrati a casa
SCELTI PER VOI:
- Piere 2018
- Champagnis 2017 Chardonnay
- Dessinis 2017
Dopo aver fatto un pranzo toccata e fuga ci siamo diretti da Moschioni, a Cividale del Friuli, dire che questa famiglia crea perle enologiche è riduttivo.
Siamo stati accolti dalla signora Sabrina che insieme al marito Michele è proprietaria dell’azienda. Una donna di grande carattere come i vini che producono. Vendemmie manuali tardive e sapiente gestione della vinificazione
Sabrina è simpatica e molto professionale, dopo averci fatto accomodare nella grande sala degustazione ci ha guidati alla scoperta dei loro vini. Nella stessa giornata abbiamo avuto il piacere di conoscere Valentino uno dei due loro figli. Una bella famiglia con la quale non ci si annoia a chiacchierare di vino e non solo.
Producono vini rossi, tre monovitigni e due blend
I vitigni da loro coltivati sono prevalentemente autoctoni: Ribolla, Refosco, Schioppettino, Tazzelenghe ed il meraviglioso Pignolo.
Gli internazionali: Chardonnay, Merlot e Cabernet Sauvignon.
La loro lavorazione è biologica, non usano diserbanti, solo concimazioni organiche. Le potature verdi e secche, come la vendemmia, sono effettuate rigorosamente a mano. Utilizzano solo lieviti indigeni, nessuna chiarifica o filtrazione.
VINI DEGUSTATI:
- Metodo classico 2015, sboccato nel 2019 80% chardonnay 20% ribolla
- Il blend il Celtico 2011 prodotto con uve bordolesi 50% Merlot e 50% Cabernet Sauvignon
- Il rosso Real in cui la parte da leone la fa il mitico Tazzelenghe con la “partecipazione” delle uve bordolesi
- Schioppettino
- Pignolo del quale mi sono innamorata, anche se innamorarsi di un solo vino della cantina Moschioni è difficile.
E’ possibile acquistare in cantina, noi per questioni di stoccaggio non abbiamo acquistato lì ma fatto l’ordine al rientro dalle vacanze. Sono vini che meritano l’investimento.
SCELTI PER VOI:
- Pignolo
- Schioppettino
- Refosco
- Real
- Celtico
Sabato 22 agosto
Al pomeriggio abbiamo colto l’occasione di visitare la cantina Venica e Venica a Dolegna del Collio
Attraverso una passeggiata in cantina viene raccontata la storia di questa famiglia arrivata ormai alla quarta generazione.
Il 6 febbraio 1930 il mezzadro, fondatore della cantina, Daniele Venica acquisti i suoi 10 ettari vitati, per arrivare ai giorni nostri con gli attuali 40 ettari.
Nel dopoguerra gli succede il figlio Adelchi che nel 1972 inizia a vendere il vino in sede. A seguire i figli Gianni e Giorgio
Attualmente c’è la quarta generazione che affianca Gianni e Giorgio: Gianpaolo, Serena e Marta ognuno con i rispettivi compiti in azienda.
Queste quattro generazioni sono rappresentate da 4 porte.
Alcuni vigneti sono intorno all’azienda ed è possibile vederli da vicino.
I vitigni coltivati sono
- i bianchi Pinot Grigio e Bianco, Ribolla gialla, Chardonnay, Malvasia, Friulano, Traminer aromatico, Sauvignon.
- I rossi Merlot, Cabernet Franc, Schioppettino e Refosco.
VINI DEGUSTATI:
- Adelchi Ribolla gialla
- Talis Pinot Bianco un buon pinot
I due cru dell’azienda Venica e Venica:
- Ronco delle cime Friulano con una buona altitudine più sole e più aria
- Ronco delle mele Sauvignon un ottimo Sauvignon Blanc che ha vinto diversi premi.
Concluso con:
- Schioppettino Riserva 2013 che fa 100% barrique. Di questo vino hanno una limitatissima produzione, insieme al Merlot Perilla ed il Refosco Bottaz, sono piccoli gioielli
Nel suo insieme interessante come visita, i vini sono buoni, ma la nostra guida nonostante fosse preparata e gentile era un po’ “frettolosa”. Specialmente per la parte di vinificazione mi sembrava di essere in una catena di montaggio la spiegazione era sintetica e veloce, se ti fermavi un attimo a fotografare rischiavi di perdere quella della tappa successiva.
SCELTI PER VOI
- Ronco delle mele
- Ronco delle cime