Un ristorante del quale ho sentito parlare molto, sia positivamente che negativamente, è il Contraste.

Ma si sa che non tutti hanno gli stessi gusti, non tutti vivono le stesse esperienze e siccome non tendo a farmi influenzare ma vivere in prima persona l’esperienza abbiamo deciso, insieme ad un coppia di amici appassionati gourmet come noi, di prenotare un tavolo.

Cancello ingresso ristorante
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Già dall’ingresso le carte in tavola vengono sbaragliate suoni a questo cancello di ferro, affacciato su di una caotica via milanese, ed entri in piccolo cortile con alcune piante tavolini, poltrone ed immediatamente il clima da caotico passa a tranquillo.

Saliti alcuni scalini si entra in una casa d’epoca che non ti aspetteresti di trovare proprio lì.

statua del silenzio all'ingresso
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il buco della serratura
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Le due grandi sale hanno mantenuto l’eleganza ed il fascino del tempo con l’aggiunta di alcuni tocchi di modernità come i lampadari e le sculture che si trovano sui tavoli.

Sala pranzo
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altri dettagli delle sale pranzo
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Da contraste non esiste un menù, ma l’interazione con cliente, il maitre di sala esplora attraverso alcune domande i gusti dei commensali e sulla base delle risposte lo chef apre le danze con un percorso rappresentativo della sua cucina scelto al momento.

il cubo sorpresa
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L’esperienza è divertentissima e quasi tutti i suoi piatti mi hanno trasmesso molte emozioni piacevoli.

Qui oltre al palato grande risalto si da alla visione del piatto, e non sempre quello che vediamo con gli occhi corrisponde al gusto. Questa è una delle cose divertenti del pranzare al Contraste niente è come sembra.

I diversi antipasti
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Lo chef uruguaiano Matias Perdomo inizia la sua avventura con un semplice corso privato di cucina a 14 anni il suo primo ambizioso obiettivo: diventare lo chef di El Condor, il primo hotel a 5 stelle del suo paese.

Perdomo dopo varie gavette dalla piccola rosticceria cilena ad un catering di tipo francese approda al ristorante Paninis specializzato in cucina italiana portando il piccolo locale a diventare una catena.

Nel 2001 prosegue la sua crescita in Italia, al ristorante milanese Al Pont de Ferr, locale storico sui Navigli. Inizia quindi un percorso di conoscenza della tradizione italiana: nel 2006 diventa primo chef e nel 2011 la sua cucina fa guadagnare al ristorante una stella Michelin. Nel frattempo si reca in Spagna a seguire stage formativi e di specializzazione in rinomati ristoranti stellati come il Berasategui di San Sebastian e El Celler de Can Roca a Girona.


Nel 2015, sempre a Milano, aprirà il suo ristorante, Contraste, insieme ai compagni di avventura Thomas Piras e Simon Press

ravioli e donuts
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Tra i vari piatti degustati alcuni dei suoi miti come la cipolla di tropea caramellata ripiena di formaggio di capra, piuttosto che il donuts alla bolognese. Il cubo con la sarda in saor, la creme brulè al fois gras e la fragola di tartare di fassona. I ravioli di spaghetti alle vongole, la cozza cacio e pepe, il sashimi di bue, il mosaico di ricciola, noodles di capasanta, rosa di scampi, il maiale con brodo di casola ed altro ancora. 

i secondi
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dolce
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Abbiamo optato per un accompagnamento vini cibo fatto dalla sommelier molto disponibile e competente che ci ha fatto scoprire anche nuove etichette.

Che dire? Nonostante le ore passate a tavola ci siamo alzati da tavola soddisfatti e divertiti.

Il costo è da ristorante stellato, ma una volta nella vita va provato da cogliere al volo per festeggiare qualche occasione importante.

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