Enrico Bartolini l’unico chef ad aver preso 4 stelle in un colpo solo, due delle quali al ristorante del Mudec.
Abbiamo avuto la fortuna di poterci togliere diversi “vizi” stellati e confermo che, ad oggi, la cucina di chef Bartolini è stata la più emozionante ed entusiasmante.
Per chi è appassionato di arte, come noi, è impossibile non rimanere affascinati già dall’ingresso perché il ristorante, di Milano, si trova all’interno del MUDEC il museo delle culture.
Una volta entrati nel locale si continua a respirare arte con oggetti, e libri, a tema che accolgono il cliente. Le sale sono ampie con luminose vetrate ed una piccola oasi di verde al centro di un giardino d’inverno.
I tavoli spaziosi, e ben distanziati gli uni dagli altri, concedono la giusta privacy durante il pranzo. Il personale molto professionale ti accoglie con il sorriso mettendo subito a proprio agio il commensale.
Una volta fatti accomodare al nostro tavolo ci hanno portato i menù. Come consigliamo sempre nei locali stellati conviene fare un menù degustazione e qui ho avuto una piacevolissima scoperta ogni commensale può ordinare il menù che più gli piace, non è obbligatorio averlo uguale per tutto il tavolo come solitamente tendono a fare.
Ma ancora più interessante è stato il poter prendere piatti da un menù e piatti dall’altro, cosa mai successa in vita mia nei ristoranti stellati ma non solo.
Soluzione davvero interessante perché non tutti i commensali seduti intorno ad un tavolo hanno gli stessi gusti, e quante volte leggendo un menù degustazione ci siamo detti “Che peccato perché mi piace anche un piatto dell’altro menù”
Insomma un punto in più a favore di chef Bartolini.
I menù sono due ed il costo a gennaio 2022 era per:
- Il best of con 8 portate a 280€
- Il Mudec Experience con una portata in più a 320€
Nella scelta ci sono abbinamenti particolarmente interessanti che incuriosiscono come l’albese di cinghiale con caviale, radicchio tardivo, mandorla ed erbe amare.
Dopo aver ordinato i nostri piatti hanno portato alcune entrée sfiziose.
Queste, invece, sono alcune delle scelte fatte da entrambi i menù degustazione:
- albese di cinghiale con caviale, radicchio tardivo, mandorla ed erbe amare.
- capasanta in salsa bouillabaisse, verjus, semi di oliva e avgotarahoù
- animella al curry, rapa di Chioggia, tartufo nero e dragocello
- spaghetto fresco, limone tostato, calamaro, whisky, e caviale
- risotto alle rape rosse e salsa di gorgonzola “Evoluzione”
- bottoni di olio e lime in salsa caciucco e polpo
- ravioli “d’ape” foie gras e miele
- agnello delle dolomiti lucane
- filetto di vacca podolica in osso
- rombo chiodato del mediterraneo, lumachine di mare e barbabietola
Per concludere in dolcezza abbiamo ordinato, ad inizio pranzo perché viene preparato al momento, un fantastico Soufflé al limone, gelato allo yogurt, lamponi, meringa e gel di rosa che si mangiava già con gli occhi.
Avendo molti piatti diversi tra loro, e tra i due menù, abbiamo optato per un accompagnamento al calice consigliato dal sommelier:
- Vosne-Romanée 2016 del Domaine Jean Grivot
- Cabernet Franc Clau de Nell 2017 di Anne Claude Leflaive
- Sancerre 2015
- A360P 2017 del Domaine Ostertag Pinot Grigio Alsaziano Alsace Grand Cru ‘Muenchberg’
Scelte risultate tutte perfette.
Il ristorante stellato lo si riconosce dall’attenzione e cura che riserva ai suoi clienti, e non solo dai piatti. Avendo scelto un menù con un piatto in meno hanno avuto la classe di omaggiare un piatto di ravioli “d’ape” per evitare che rimanessi a guardare mio marito mangiare.
Complessivamente è stata un’esperienza meravigliosa che mi ha trasmesso emozioni fantastiche e ancora adesso, a distanza di mesi, ne ho un piacevole ricordo.