Perché “le Marche”?

Il nome “Marche” deriva dal germanico “mark” che sta a significare “confine”, infatti la regione segnava uno dei confini del Sacro Romano Impero. 

In particolare, Carlo Magno e i successivi imperatori affidarono ai nobili (i marchesi) vari feudi (marchesati) tra cui anche la Marca Anconitana. Di marchesati ne esistevano diversi: la “Marca fermana”, la “Marca di Camerino”, etc. Questo spiega anche perché la regione abbia un nome al plurale.

Il territorio è vario dalle dolci colline al mare, dalle città medievali ai paesini arroccati. Buon vino, buon cibo e mete sempre diverse rendono questa regione perfetta per una vacanza. Detto fatto così ad agosto 2021 abbiamo pianificato 8 giorni in giro per questa meravigliosa regione.

1) Siamo partiti il 10 e diretti alla tenuta santi Giacomo e Filippo a pochi chilometri da Urbino, un luogo dove potersi rilassare immersi nella natura. Nel cuore di Montefeltro all’interno della riserva naturale “La Badia” il nome deriva dalla chiesa rimasta intatta dal 700 ed attualmente agibile e consacrata. Una volta si coltivava tabacco ora, con coltivazione biologica certificata,  leguminose, cereali su 300 ettari e uva su 12 ettari. 

Chiesa Santi giacomo e Filippo
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Interno chiesa
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La tenuta è formata dall’Urbino resort  un antico borgo rurale del ‘700 ristrutturato, rispettando la storia del luogo, attraverso l’uso di materiali naturali e sistemi ecocompatibili per la produzione di energia. Le camere sono dislocate in 6 edifici sparsi nella tenuta, tutto raggiungibile comodamente a piedi. E’ presente anche un centro benessere molto carino dove potersi rilassare e coccolare, oltre alla sala degustazione del punto vendita della cantina. 

Panoramica tenuta
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ingresso comune appartamenti
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All’interno della tenuta ci sono opere di Gianni Calcagnini, amico di proprietari, davvero interessanti da visitare. Una tra le più belle, a mio giudizio, è quella lungo la strada che porta ad Urbino chiamata “Il pensiero è più veloce dell’azione” il pensiero è un inno alla libertà, una guida, un mezzo di trasporto fra i mondi viaggiatore e cavaliere.

Scultura pensiero
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mix sculture
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Scultura pulcino gigante
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Scultura oca gigante
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Con una bella passeggiata, illuminata in parte ma è meglio portarsi una torcetta o il cellulare, si raggiunge il loro ristorante Urbino dei Laghi, affacciato sul laghetto della tenuta, un posto romantico dove passare una bella serata. Qui si possono trovare tutti i vini della tenuta.

Tra le varie attività della tenuta c’è quella della visita alla cantina con degustazione, che noi avevamo prenotato per la sera stessa del giorno di arrivo. Curiosi di sapere qualcosa in più sui loro vini?

Fatto il check-in ci siamo dedicati alla scoperta di Urbino, con il suo centro patrimonio mondiale dell’UNESCO, a pochi chilometri dalla tenuta. Si raggiunge comodamente in una decina di minuti di macchina, un parcheggio molto comodo è quello di Borgo mercatale nel quale abbiamo parcheggiato entrambi i giorni di visita.

Urbino incarna il sogno di Federico da Montefeltro di costruire la città ideale del rinascimento, circondandosi di grandi artisti. Passeggiando per i suoi vicoli si può letteralmente respirare l’aria del Rinascimento italiano e viverne tutta la sua eleganza.

Torrione rampa
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Dal parcheggio siamo entrati nel centro percorrendo la rampa elicoidale di Francesco di Giorgio Martini, all’interno del bastione, che il granduca aveva voluto per raggiungere  le stalle ducali, situate nell’attuale orto dell’abbondanza, direttamente da palazzo evitando così eventuali agguati. Inoltre era utilizzata come struttura difensiva e di controllo dei diversi punti di accesso al borgo mercatale.

interno rampa elicoidale
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Dal parcheggio si può raggiungere il centro anche attraverso la porta Valbona, percorrendo via Mazzini, per arrivare alla centrale piazza della repubblica.

Una volta percorsa la rampa, recuperata negli anni ‘70, si sbuca sul retro dell’imponente palazzo ducale. Uscendo sulla destra c’è il teatro Raffaello Sanzio costruito sul bastione nel 1800.

Teatro San Raffaello
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Una curiosità? Davanti a teatro c’è un muro curvo se ci si dispone ai due lati e si parla pianissimo la persona dall’altra parte sentirà tutto.

Risaliti per corso Garibaldi siamo arrivati in Piazza della Repubblica sulla quale si affacciano, tra gli altri palazzi, il collegio Raffaello e la chiesa di San Francesco. Il collegio chiamato anche Palazzo degli Scolopi, o collegio dei Nobili, è uno degli edifici più prestigiosi di Urbino costruito nel 1705 per volere di Papa Clemente XI su preesistenti case medioevali.

Piazza della repubblica
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La Chiesa di San Francesco definita il Pantheon degli urbinati, qui sono sepolti i genitori di Raffaello Sanzio.

Proseguendo oltre la chiesa lungo via Raffaello si può trovare, sulla sinistra, la casa di Raffaello visitabile. Noi abbiamo rinunciato alla visita per il poco tempo a disposizione ed i molti monumenti da vedere. 

Casa di Raffaello
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Percorrendo i vicoli sulla sinistra della via, e ammirando queste meravigliose strade dove sembra di essere tornati al ‘400, siamo saliti al parco della resistenza. Da qui  si gode una vista magnifica della città ed è tappa d’obbligo per fare foto strepitose. Si trova inoltre la fortezza di Albornoz costruita nel 1300 per volontà del cardinale Albornoz. Nel 1500, durante la costruzione delle mura cittadine, furono progettate le torri ed i bastioni simili a quelli della cinta muraria urbinate. Il parco è stato aperto al pubblico nel 1975.

Vicoli
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Fortezza Albornoz
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Vista sul centro dalla fortezza
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Ritornando verso il centro abbiamo fatto i biglietti per la visita pomeridiana dell’oratorio di San Giovanni e San Giuseppe.

Ingresso bar ristorante
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Palazzi del centro
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Pausa pranzo al volo, gustandoci un’ottima crescia al Buco in piazza della Repubblica angolo via Battisti, per proseguire la visita del centro storico dirigendoci verso Palazzo Ducale da via Veneto. Qualsiasi via o vicolo si percorra la sensazione è sempre la stessa: quella di esser tornati indietro nel tempo, lo sfarzo del rinascimento è ancora ben visibile nelle case, vie, monumenti, chiese, palazzi.

Esterno duomo
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Navata Duomo
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Poco prima della piazza Duca Federico sulla destra si trova il Duomo di Urbino costruito nel 1021 e sostituito da una nuova chiesa dell’architetto di fiducia del conte, Francesco di Giorgio Martini. Dopo il terremoto fu nuovamente ricostruito nel 1789 da Valadier in stile neoclassico. Al suo interno ci sono due tele molto belle del Barocci “Il martirio di san Sebastiano” e “l’Ultima cena”.

Interno grotte duomo
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Cappella grotte crocifissione
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Cappella grotte deposizione Cristo
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Molto interessanti sono le grotte del Duomo che hanno ospitato le opere del tesoro della basilica durante la Seconda guerra mondiale. L’oratorio della grotta è formato da quattro cappelle collegate da un corridoio, il corridoio del peccato, secondo un’antica tradizione percorrendolo più volte durante il lunedì dell’Angelo venivano perdonati tutti i peccati.

Chiesa San Domenico
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Sulla piazza oltre al palazzo ducale, che abbiamo deciso di visitare il mattino successivo vista la coda, si affaccia la chiesa di San Domenico costruita per volere dei domenicani nel 1300. Proseguendo lungo la via si trovano i vari palazzi universitari: Palazzo Bonaventura, Palazzo Brandani, ex convento di sant’Agostino. Arrivati all’altezza di via Piave girando a destra si torna di fronte al teatro ed alla facciata dei torricini del palazzo ducale.

Da Piazza rinascimento divertitevi  ad esplorare le vie ed i vicoli che vanno verso l’area archeologica villa romana è davvero piacevole passeggiarci. 

Facciata Oratorio san Giovanni
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Chiesa oratorio San Giovanni
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All’ora prestabilita siamo tornati sui nostri passi per raggiungere gli oratori di San Giovanni e San Giuseppe.

All’interno dell’oratorio di san Giuseppe, creato nel 1515 come sede della confraternita,  c’è un presepe di stucco del 1560 con statue a grandezza naturale realizzate dal Brandani che vale la pena visitare, come la chiesa ad una sola navata a forma rettangolare le cui pareti e l’abside sono affrescate con dipinti del Roncelli.

Presepe
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La meraviglia che si trova all’interno dell’oratorio di San Giovanni invece vi rimarrà impressa. L’oratorio, costruito tra il 1365 e la fine del 1400, custodisce una delle più significative opere della pittura tardogotica italiana: il ciclo di affreschi dei fratelli Lorenzo e Jacopo Salimbeni realizzati nel 1416. Il suo interno è riccamente decorato su tutte e quattro le pareti con la crocifissione nell’abside, che cattura lo sguardo non appena entrati, e le storie della vita di san Giovanni sulla parete di destra ed a sinistra invece la Madonna dell’Umiltà.

Abside oratorio san Giovanni
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vista centrale oratorio
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Madonna parete destra
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Terminata la visita siamo rientrati alla tenuta per la degustazione in cantina, siete curiosi?

2) L’11 agosto al mattino abbiamo terminato la visita di Urbino con la galleria nazionale delle Marche, all’interno del meraviglioso palazzo Ducale, e la mostra del Perugino.

Facciata palazzo ducale
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Abbiamo optato per questa formula prima di tutto perché amiamo il Perugino poi perché abbiamo scoperto, alla biglietteria della mostra dove non c’era nessuno in coda, che era possibile fare il biglietto cumulativo Palazzo Ducale più mostra. Così siamo entrati subito a palazzo, evitando la coda, e prenotato l’ora di ingresso alla mostra. Consigliamo di farlo se ci sono mostre.

Dipinti del Perugino
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Il palazzo ducale di Urbino rappresenta il culmine nella creazione della città ideale voluta da Federico, essendo lui un uomo colto e raffinato desiderava che il suo palazzo superasse per bellezza tutte le altre residenze principesche italiane.

Cortile ingresso
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Amava circondarsi di artisti e nel 1444 iniziarono i lavori ai quali parteciparono moltissimi architetti per più di 30 anni. 

Maso di Bartolomeo lavorò al palazzetto della Jole, all’appartamento dei Melaranci.

Particolari appartamenti
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Luciano Laurana al cortile porticato, allo scalone d’onore, la biblioteca, la sala delle udienze, la zona sacra con lo studiolo ed altre ancora.

Sala della biblioteca
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Sotterranei del palazzo cucine e stalle
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Francesco di Giorgio Martini completò i lavori in sospeso.

Ad oggi le sale ospitano le collezioni della galleria nazionale delle Marche. Opere che vanno dal 1300 al 1600 dipinti, mobili, arazzi, sculture quasi tutte si trovano al primo piano negli appartamenti del conte e della sua famiglia. 

Arazzi di palazzo
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Tra le opere più famose è conservato il quadro simbolo dell’arte italiana ossia la Città ideale attribuito secondo alcuni critici al Piero della Francesca. Sicuramente del Piero della Francesca si possono ammirare la Flagellazione di Cristo e la Madonna di Senigallia 

Madonna di Senigallia
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Flagellazione di Cristo
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Si trovano anche dipinti di Raffaello come il ritratto di gentildonna e di Tiziano con la Resurrezione e l’ultima cena

Le due zone più fotografate e belle del palazzo sono la facciata dei torricini e lo studiolo, uno scrigno di bellezza, raffinatezza e prospettiva così viene definito un luogo magico che non smetteresti più di osservare.

Facciata torricini
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Studiolo del Duca
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Prima di rientrare in hotel per cambiarci e andare a Gradara ci siamo fermati alla chiesa di San Bernardino, a 2 km dalla città, per visitare il luogo dove sono sepolti i duchi. Costruita dall’architetto di fiducia di Federico, Francesco di Giorgio Martini, in collaborazione con il Bramante. Oggi la chiesa non ospita grandi opere, la pala votiva di Federico dipinta da Piero della Francesca è alla Pinacoteca di Brera. E’ comunque possibile vedere la tomba del duca.

Chiesa San Bernardino
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Tomba del Duca
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Dopo una rinfrescata in hotel, agosto nelle Marche sa essere molto caldo, ci siamo diretti a Gradara per poi fermarci a cena in un posto incantevole a Gabicce mare.

Mura esterne

Gradara “amor ch’a nullo amato amar perdona….” (divina commedia canto V Inferno) una delle frasi d’amore di Dante più importanti della letteratura mondiale è stata ispirata dalla storia di Paolo e Francesca vissuta nel castello di Gradara.

Castello di gradara
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Torre dell'orologio
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Il Castello è solo una delle cose che rendono questo borgo molto bello, la passeggiata sulle sue imponenti mura medievali, i vicoli, le case con i balconi fioriti, le botteghe, l’assenza di traffico, rendono la visita un viaggio a ritroso nel tempo. Il paese ha mantenuto intatto il fascino secolare. Avendo poco tempo abbiamo scelto di fare solo la camminata sulle mura ed una passeggiata per le vie del paese.

Passeggiata alle mura e panorama
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La ronda
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Le mura si estendono per 700 metri con 14 torri quadrate, merlate e a gola interna. E’ visitabile solo il primo tratto di circa 300 metri, la passeggiata dura una quindicina di minuti e dona una vista di Gradara con i suoi dintorni unica, la consigliamo sicuramente. L’ingresso e la biglietteria si trova sotto la torre dell’orologio.

via lungo le mura
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Da visitare anche il teatro comunale, il più piccolo d’Italia con 70 posti a sedere, costruito nel 1800, ha un soppalco che funziona da palcoscenico, le poltroncine e l’atrio di ingresso. Purtroppo era chiuso quando siamo andati noi.

Chiesa San Giovanni
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La chiesa di San Giovanni Battista vicino l’ingresso del castello va visitata per il crocifisso scolpito da frate Innocenzo nel 1936 che mostra, osservandolo da tre angolazioni diverse(segnalate a terra), tre volti diversi: silenzio, sofferenza, sollievo.

Crocifisso dai tre volti
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Vicino a Gradara ci sono le grotte di Gradara  un labirinto di cunicoli e grotte, le origini non si conoscono, molto probabilmente erano luoghi di culto dei bizantini. Ne sono state scoperte 16  ma solo una è visitabile insieme al suo museo storico.

Simone al ristorante il Falco
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La sera abbiamo cenato a Gabicce in un ristorante con una vista meravigliosa il Falco e dopo cena siamo saliti a Gabicce monte dove ci siamo gustati, leggermente fuori dal centro ma in un posto molto originale, un ottimo cocktail al Lost and Found 

Lost and found
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3) Il 12 agosto purtroppo, per una sola notte, abbiamo dovuto lasciare la tenuta Santi Giacomo e Filippo per spostarci a pochi chilometri in un B&B altrettanto bello Ca Virginia un rustico del 1300 perfettamente recuperato, anche qui presente una piscina per rilassarsi ed un bel prato verde tutto intorno. Le camere sono ampie, pulite con un bagno molto grande.

Dopo aver scaricato i bagagli siamo rimontati in macchina direzione San Leo ad una cinquantina di chilometri di distanza.

San Leo da lontano
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Lungo la strada si può ammirare l’imponenza di questa rocca, ci sono due o tre punti dove vale la pena fermarsi per fare una foto panoramica.

Piazza San Leo
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Lasciata la macchina nel parcheggio, a pagamento, all’ingresso del paese, ci siamo incamminati a piedi per esplorare San Leo il paesino è molto piccolo e si gira tutto agevolmente in breve tempo. 

Rocca San Leo
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Si sviluppa, anzi è meglio dire si fonde, su di un enorme masso abitato fin dall’antichità e fu luogo strategico per le vicende storico militari del medioevo e del rinascimento. Deve il suo nome all’eremita Dalmata Leone che s ritirò qui. Nel medioevo con la famiglia Montefeltro visse tutto il suo splendore, da San Leo passarono San Francesco nel 1213 e Dante nel 1306. Fu contesa e dominata nei secoli dai Malatesta, Montefeltro, Medici, Della Rovere per finire sotto il dominio pontificio nel 1631. Nella fortezza fu tenuto prigioniero a vita, e morì nel 1795, il Cagliostro.

Passeggiando abbiamo visitato la cattedrale datata 1173 che si innalza sui resti di una più antica fondazione religiosa dedicata al Santo Patrono Leone che, insieme all’amico Marino, portò il cristianesimo in questo territorio. In stile romanico pianta a croce latina, con tre navate, cripta e presbiterio rialzato. E’ molto bello vedere come la pietra del monte si fonde con le fondamenta della cattedrale. 

Torre campanaria, pieve e cattedrale
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Interni cattedrale
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Navata Cattedrale
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Vicino c’è la torre campanaria che sorge in cima al monte della guardia una delle due sommità del masso di san Leo. Costruita direttamente su l’affioramento roccioso, al suo interno ingloba una costruzione a pianta circolare ed è alta 28 metri. Si può salire in cima per vedere il panorama dall’alto, ma basta arrivare alla fortezza e la vista è unica.

Panorama dalla rocca
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La Pieve, che si affaccia sulla piazza, è il più antico monumento religioso del Montefeltro. La tradizione narra che è stata costruita sulla cella dove San Leone veniva a pregare nel ‘300. Ha tre navate, la cripta, ed il presbiterio su cui si innalza un ciborio datato 882. L’ingresso, come per la cattedrale, è a lato essendo scosceso il terreno su cui sorge la facciata.

Navata Pieve
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Sempre sulla piazza è presente il palazzo mediceo edificato a metà del 1500 come casa del governatore di San Leo e del Montefeltro. Attualmente ospita l’ufficio turistico ed il museo d’arte sacra.

Per raggiungere la fortezza c’è un servizio di navetta che parte all’inizio del paese ma, presa con calma, la salita è fattibile anche se ripida si raggiunge velocemente la vetta.

esterno rocca
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camminamento rocca
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Fondamenta rocca
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La vista da lassù è impareggiabile, l’acquisto del ticket di ingresso è automatizzato ed una visita vale la pena farla. Fate attenzione a seguire correttamente la numerazione delle stanze noi abbiamo iniziato al contrario per poi tornare sui nostri passi. Si può vedere la cella del Cagliostro. Ormai sono spoglie a parte alcune sale con mostre temporanee e alcune con strumenti di tortura abbastanza inquietanti. Ci sono anche i sotterranei dove i prigionieri venivano torturati, anche questi inquietanti ma carini da fare.

sotterranei e cella cagliostro
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Proseguite con noi nella seconda tappa alla scoperta delle Marche.

 

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