6) Terminata l’esplorazione della zona di Offida il 16 agosto ci siamo spostati nella zona dei Castelli di Jesi.
Ospiti del B&B quelli del Picchio un bel casale perfettamente ristrutturato nella collina ai piedi di Cupramontana, i proprietari sono premurosi, simpatici e ti accolgono facendoti sentire a casa tua. La tranquillità che si vive rende la vacanza qui super rilassante specialmente per noi sempre in movimento. E’ solo un po’ complicato trovarlo se non si fa attenzione, perché il cartello che lo indica è piccolo ed il navigatore porta da un’altra parte. La strada è bianca e specialmente il primo pezzo abbastanza ripido ma con tranquillità si può affrontare con qualsiasi macchina.
Scaricati i bagagli e preso possesso della camera siamo ripartiti, nonostante i 40 gradi, alla volta di Jesi cittadina molto carina ma ad agosto praticamente “vuota” con molti locali chiusi. Comunque vale la pena passeggiare in centro per ammirare i palazzi nobiliari del 1400/1700 neoclassici, barocchi e rococò, come Palazzo Colocci di epoca rinascimentale, Palazzo della Signoria oggi sede della biblioteca comunale, Palazzo Honorati-Carotti.
Nella piazza centrale Federico II dove c’era l’antico foro romano, si affaccia la cattedrale di san Settimio costruita tra il 1200 e 1300 nel punto dove sorgeva il tempio pagano. In piazza era presente l’ obelisco che ricorda il punto in cui l’imperatrice Costanza diede alla luce il primogenito, trasferito nel 2021 in piazza della repubblica davanti al teatro Pergolesi, altra bellezza storica da non perdere.
La pausa pranzo l’abbiamo fatta al ristorante Dietro le quinte in un cortile meraviglioso sotto l’ombra delle piante ed una vista sulla pianura intorno a Jesi molto suggestiva. Piatti tipici ma con una nota gourmet che li rendeva ancora più piacevoli.
Nel pomeriggio siamo rientrati verso Cupramontana per andare a visitare la cantina Vignamato la storia di una famiglia di viticoltori in compagnia di Maurizio Ceci, un padrone di casa con il quale non smetteresti mai di parlare, vi abbiamo incuriositi?
7) Il 17 agosto è stato il nostro ultimo giorno nelle Marche.
Al mattino, dietro consiglio di Maurizio Ceci, siamo andati a Corinaldo.
Corinaldo nasce, secondo il racconto di Vincenzo Maria Cimarelli, frate domenicano, storico, maestro di umane lettere, inquisitore del Sant’Uffizio, nel 409/411 come conseguenza della distruzione di Suasa, città romana, dai sopravvissuti scampati agli incendi.
Più facile che sia nata intorno al 1000 durante le fortificazioni dei villaggi, diventando un avamposto conteso tra guelfi e ghibellini, per la posizione strategica che ricopriva
L’attuale cinta muraria venne costruita nel 1367, in occasione della ricostruzione di Corinaldo, dall’architetto Francesco di Giorgio Martini il preferito di Federico da Montefeltro.
Diversi signori regnarono Malatesta, Sforza, Della Rovere.
Nel 1786 Leone X per premiare il coraggio della popolazione che resistette all’assedio conferma il rango di Città a Corinaldo
Nel ‘600 Corinaldo si ingentilisce e le famiglie nobili costruiscono nuove ed eleganti dimore.
Nascono anche monumentali civili e religiosi, ancora oggi visibili la chiesa del Suffragio, la chiesa dell’Addolorata, quella di Sant’Anna e il santuario dedicato alla Goretti.
I ricordi dell’eroico passato sono oggi visibili lungo la passeggiata del perimetro murario con le porte bastionate a nord e a sud, lo “sperone” di Francesco di Giorgio Martini, le torri e torrette; nelle chiese e nei santuari; nel palazzo municipale ed in quelli gentilizi delle famiglie Cesarini, Orlandi, Marangoni, Amati, Ciani, Mazzoleni, nel complesso degli Agostiniani, nel teatro storico. Donando al paese ad un’atmosfera tipicamente medievale.
Ci sono poi storie, leggende, che si tramandano da tempo come quella del pozzo della polenta e narra la vicenda di un contadino che, risalendo l’erta che conduceva anticamente dal borgo al centro storico, lascia cadere un sacco di farina di mais nel pozzo al quale tenta di bere per combattere l’arsura estiva.
Dal pozzo cominciò a uscire, prodigiosamente, tanta polenta che sfamò i corinaldesi assediati.
Si fa riferimento allo storico assedio del 1517.
La particolare astuzia dei suoi stessi cittadini che, mescolata a un pizzico di sana follia, hanno fatto conoscere Corinaldo, anche, come il paese dei matti. Scuretto ne è un esempio conosciuto come Gaetano, calzolaio e buon bevitore di vino. Il figlio emigrato in America gli mandava i soldi per la costruzione di una casa che lui impiegava invece nelle osterie del paese. Stufo dei ritardo dei lavori il figlio minacciò il padre di non mandare più soldi se non gli avesse mandato una foto dei lavori. Scuretto costruì una facciata dotata anche di numero civico e si fece fotografare affacciato ad una finestra. I soldi arrivarono ma della casa rimase sempre e solo la facciata. E’ possibile vederla e fotografarla in via del Pozzo della Polenta.
Corinaldo è nota anche per la venerazione di Santa Maria Goretti.
Dopo aver impiegato la mattinata a girare per i vicoli di Corinaldo abbiamo fatto una sosta, basta davvero poco tempo, a Staffolo con il bellissimo panorama sulle campagne Marchigiane ed il torrione dell’Albornoz, per poi spostarci a Montecarotto che ha una meravigliosa cinta muraria con il torrione dell’orologio simbolo del paese.
A metà pomeriggio ci siamo spostati a Cupramontana per visitare la storica cooperativa di Colonnara, una visita molto interessante che ci ha fatto ripercorrere la storia della viticoltura della regione. Volete conoscerla anche voi?
Dopo questa vacanza di:
- 8 giorni
- 11 paesi
- 6 cantine
possiamo confermare che le Marche sono una meta vacanziera perfetta per tutti: per chi ama i borghi medioevali, chi il mare, chi la collina, chi il vino e chi il cibo.
E calici in viaggio cosa ha fatto terminata l’esperienza marchigiana? Borse in macchina pronti a ripartire direzione Alto Adige lo volete scoprire con noi?